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Comunicato dei Padri Filippini sul prossimo restauro del Convento

img226Nel 1952 i frati minori cedettero perpetuamente in uso alla Congregazione dell’Oratorio la Chiesa, il Convento econvento1 l’attiguo fondo rustico.
Nel corso degli anni i Padri Filippini, aiutati dai guardiesi, hanno curato più volte la manutenzione ordinaria e straordinaria dell’intero fabbricato. Il 23 novembre 1980 in seguito al terremoto la Chiesa ed il complesso conventuale sono stati dichiarati inagibili. I Padri Filippini si sono rivolti alle Autorità competenti per chiedere fondi per la restaurazione dell’intero complesso. Sono state erogate dal Provveditorato alle Opere Pubbliche e dalla Sovrintendenza delle somme irrisorie per far fronte alle esigenze.
Le diverse Ditte Appaltatrici che si sono avvicendate per effettuare una minima manutenzione non sono state all’altezza del compito. Anzi da quel momento sono iniziati i vari furti, denunciati alle Autorità competenti, che hanno depauperato completamente Chiesa e Convento.
Alla richiesta di ulteriori stanziamenti la risposta è stata sempre la stessa: non ci sono fondi.
Durante un temporale è crollato anche il campanile. Siccome i furti non cessavano, si è pensato di portar via dal convento quel poco che era rimasto e che era sfuggito, forse momentaneamente, all’attenzione dei ladri.
Le diverse Amministrazioni Comunali succedutesi hanno sempre chiesto il bene immobile ai Padri Filippini, che hanno risposto dicendo: “Prendetevi tutto, però restaurate la Chiesa che dovrà restare di proprietà dei Filippini”. Come si dice in genere, “carta canta”, perché è tutto documentato con scritture.
Sappiamo bene che gli Enti Pubblici non hanno risorse per intervenire, basti pensare a Pompei e al Colosseo che sono l’immagine dell’Italia nel mondo.
IMG 8036I Padri Filippini sono stati invitati (obbligati) a mettere in sicurezza il bene perché sono responsabili civilmente e penalmente di fronte alla legge in caso di eventuali e ulteriori danni. Consultando dei professionisti e delle imprese per poter mettere in sicurezza l’immobile, è stata preventivata una somma enorme. Che cosa fare, a questo 

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punto? S’è pensato bene di chiedere l’aiuto del Vescovo e dell’attuale Amministrazione Comunale. La soluzione che hanno prospettato è stata quella di trovare un privato che si impegnasse ad acquisire il bene. L’incontro è avvenuto nel palazzo episcopale alla presenza del Vescovo, dei Padri Filippini, del Sindaco pro tempore e dei responsabili dell’Impresa CIMA S.r.l. che ha comprato e restaurato il Castello di Limatola. Sono stati illustrati i problemi inerenti l’intera struttura con il terreno annesso con la richiesta che la Chiesa, una volta restaurata, restasse di proprietà esclusiva dei Padri Filippini. I responsabili dell’Impresa hanno accettato le condizioni e il 14 settembre corrente anno è stato stipulato tra le parti l’atto preliminare di compravendita. Tutto è stato e sarà fatto nel rispetto delle leggi vigenti.
Subito dopo è stato redatto e firmato un protocollo d’intesa tra l’Amministrazione Comunale, i Padri Filippini e l’Impresa CIMA s.r.l., per riqualificare l’area circostante.
Noi abbiamo pensato solo al bene della comunità guardiese perché non prenderemo un solo centesimo da quest’operazione, anzi non avremo più il fitto, molto modesto in verità, dei terreni circostanti e dovremo provvedere, a restauro effettuato, a rendere la chiesa usufruibile e accogliente per i fedeli.

                                                                                                                                                                   I Padri Filippini