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La Statua dell'Assunta

Chi arriva a Guardia e visita la chiesa parrocchiale Santa Maria Assunta e San Filippo Neri – Santuario Mariano dall’8 dicembre 1955 e Basilica Pontificia dal 7 dicembre 1989 - nota elementi stilistici sia romanici che barocchi.
L’interno, a croce latina, si articola a tre navate con transetto, presbiterio e con cappelle laterali. Un cassettonato ligneo dipinto sovrasta l’intera area della navata centrale e del transetto. L’abside è tutta occupata da un maestoso baldacchino settecentesco, al centro del quale è collocata una nicchia, sempre illuminata, ove è custodita la prodigiosa immagine dell’Assunta. La vetusta statua, posata su una base di legno abbellita da otto angeli, raffigura Maria che tiene al lato sinistro il Bambino Gesù: tra loro non si guardano perché i loro occhi sono rivolti verso chi è prostrato davanti a loro in preghiera, anzi il Figlio sembra voler quasi staccarsi dalla Madre per andare incontro a chi è arrivato.

P1000352P1000376Dal 1736 un’unica veste di seta ricamata in oro ricopre Madre e Figlio ed un manto con numerose stelle d’oro è posato sul capo di Maria e scende sulla parte posteriore del gruppo divino. Madre e Figlio sono incoronati. In onore dell’Assunta, i guardiesi danno vita ad una manifestazione religiosa penitenziale unica.
Al termine dei festeggiamenti i comitati rionali, i battenti o semplici fedeli hanno l’usanza di fare dei doni per abbellire la chiesa o la sacra immagine. Doni, infatti, sono la veste, il manto, le corone, una spiga di grano, un ramoscello d’ulivo ed un grappolo d’uva nella mano della Vergine, la spugnetta d’oro tra le dita del Bambino, la corona di perle che annoda le mani della Madre e del Figlio, gli angioletti sulla pedana. La pregevole statua lignea nel corso dei secoli ha cambiato aspetto. Una scritta, posta ai piedi della statua, ricorda che il 1611 è avvenuto un restauro, che ha non solo volgarmente manomesso l’immagine originaria, ma l’ha incredibilmente stravolta. Un restauro, ma solo conservativo, è stato compiuto il 1984, senza toccare i volti del gruppo divino.

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P101034Ma chi ne è l’autore o a quale periodo si deve assegnare la statua? Sono domande cui, per l’assenza di documenti validi, non è stato possibile dare una risposta. Solo delle analisi approfondite e un restauro completo, esteso anche ai volti della Madre e del Bambino, potrebbero portare a conclusioni sicure sull’epoca e sullo stile della statua. Non sono mancati tentativi di studiosi di assegnarle una data di nascita e di precisare come sia arrivata a Guardia. Alcuni la farebbero rimontare all’epoca romanica – bizantina, con provenienza da una delle tante abbazie presenti vicino a Monte Taburno. Altri, basandosi sull’impostazione del gruppo divino, le volute e le spirali del manto della Vergine,
la farebbero risalire all’arte gotica. C’è chi scrive che è stata trovata a Limata, località confinante con Guardia, ora inesistente, e trasferita in modo prodigioso e spettacolare dai guardiesi nel loro paese. Ipotesi, congetture, leggende diverse, per giustificare un amore atavico verso l’immagine, o dar ragione di alcuni gesti che durano nel tempo, come battersi il petto a sangue.

La leggenda è un genere gradito al popolo. Ne sono caratteri distintivi la profonda fiducia in Dio, l’ amore filiale alla Madonna, unaP1010313 vera elevazione ascetica, ma, spesso, anche un’eccessiva credulità e voluta ricerca del miracoloso. Nonostante i suoi difetti, la leggenda resta un importante mezzo di educazione religiosa popolare e bisogna sottolinearne il grande valore nella storia della cultura e nel folclore. Personalmente non sono interessato a sapere né dove era la vetusta immagine dell’Assunta, né quando e né come sia arrivata ( se veramente è arrivata) a Guardia e neanche quando il popolo guardiese ha iniziato ad esprimere, in modo unico, il suo canto di amore e di lode a Maria. Ritengo che abbiamo avuto questa eredità, non per nostri meriti, ma per un dono che la Vergine Assunta ha fatto ai nostri antenati, guidandoli e proteggendoli nei momenti d’indicibili prove, ed essi, come ringraziamento per il dono ricevuto e volendo esprimere in maniera particolare il loro amore filiale all’Assunta, hanno dato vita, in suo onore, ad una festa originale, quella, appunto, che col tempo ha avuto la denominazione di “Riti settennali di penitenza”.

Fonte: Festa dell'Assunta di Padre Filippo di Lonardo